Io sono un programmatore che lavora per un’azienda di software. Fino ad oggi ho contribuito poco all’opensource, forse un migliaio di righe di codice in tutto. Tuttavia utilizzo programmi composti da svariati milioni di righe di codice (basti pensare al kernel di linux o ad un browser come firefox). Il “guadagno” è che do’ mille e ottengo molti milioni, grazie alla comunità composta da tanti programmatori che cooperano.
Inoltre con il software opensource posso offrire servizi che altri pagano (es. un sito web), risparmiando sui costi delle licenze ed avendo la libertà di apportare modifiche se ne ho bisogno per i miei scopi particolari.
Ad esempio, un modello che vedo diffondersi negli ultimi tempi, con l’avvento del cloud, è quello del https://it.wikipedia.org/wiki/Software_as_a_service. Anche noi ne facciamo uso. Spesso chi fornisce il servizio usa prevalentemente (se non esclusivamente) software opensource a cui collabora o a cui ha dato origine, con evidente interesse.
Sono gli individui, le aziende e qualche volta gli enti pubblici (soprattutto nel campo della ricerca) che ne traggono i principali vantaggi. Non si tratta necessariamente solo di denaro (inteso come scambio di moneta per prodotto) ma anche di:
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]libertà (non sono soggetto a piani industriali o mode imposte da altri)/]
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]flessibilità (modifico o configuro come mi serve)/]
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]trasparenza (problemi nascosti che non conviene dichiarare)/]
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]garanzie (es. se l’autore originale smette di lavorarci altri possono portare avanti i progetti che sono cmq interessanti)/]
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Deduco che tu non stia lavorando nel settore informatico…