cambio vita: divento sistemista

salve, vorrei provare a cambiare completamente realtà lavorativa ed essendo appassionato di informatica ho pensato di optare per una qualifica come sistemista.
attualmente ho trovato un corso dal costo di 5900 euro erogato in forma “full immersion” della durata di 5 mesi da una nota azienda che si occupa di formazione ed inserimento lavorativo. il corso comprenderebbe: Cisco CCNA 200-120, Linux LPI 101, WMware VCP5-DT, Oracle Solaris System Administrator (io sono certificato CCNA-ICND1 e come potrete immaginare utilizzo abitualmente linux). al corso naturalmente deve seguire il sostenere gli esami di certificazione. oltre al prezzo, una nota negativa è che avendo 32 anni mi hanno detto di non potermi garantire l’inserimento post corso come stagista presso qualche azienda di consulenza informatica o altro.
Cosa ne pensate? ne vale la pena?

Grazie per eventuali risposte/consigli

Sicuro di volerti buttare sul sistemista puro e non su qualcosa di intermedio, tipo devops e simili? In piccole realtà è necessario sapere sia come configurare una macchina sia come realizzare qualche strumento, nelle grandi saper fare gli strumenti giusti è necessario per fare configurazioni/installazioni/aggiornamenti su tante macchine.

Se sapessi programmare in Python con un po’ di Flask o di Django ti potrei già indirizzare verso alcune aziende che accettano anche lavoratori da remoto, senza alcun certificato (repository pubblici, partecipazioni in progetti, commit e Stack Overflow solitamente contano di più).
Il software libero e le sue comunità sono palestre incredibili. Spesso le persone non se ne rendono conto. Meglio passare nove mesi chiusi in casa a sviluppare, senza essere pagati, una libreria per Django che poi viene utilizzata da qualche decina di migliaia di persone, o partecipare come sistemista nel progetto Fedora facendo esperienza, che farsi un corso per un database Oracle (secondo me, soprattutto da quando Oracle sta iniziando ad attaccare PostgreSQL, il che lascia presumere che il vento stia cambiando…).

Il Linux LPI lo farei, gli altri no (con WMware intendi VMware, vero? attento a queste sviste in un CV, perdi subito di credibilità) ed il costo dell’esame è molto contenuto.
Se non hai una qualifica buona in lingua inglese, è l’ora di prendersela, altrimenti sei tagliato fuori.

C’è una carenza di figure tecniche specializzate. Ad esempio, ho visto disoccupati seguire un corso serale gratuito che ha organizzato la mia associazione culturale (grazie ad un professore di elettronica andato in pensione) che hanno trovato lavoro nel mondo dei PLC. Varie aziende contattano me o il GLug del quale faccio parte perché cercano programmatori.

Il titolo di studio o il certificato conta fino a un certo punto: ho visto informatici che non trovano lavoro, dopo aver impiegato 8 anni a prendersi una laurea triennale (con una votazione bassa), senza alcuna esperienza lavorativa ed un curriculum imbarazzante (con errori e incongruenze indicibili)… Cento volte meglio andare ad imparare un linguaggio di programmazione come si deve, partecipare a qualche progetto libero, fare esperienza, darsi da fare, ed entrare nel mondo del lavoro. Una persona sveglia, volenterosa, che non è un mago della programmazione io la assumerei nella mia azienda (sono il cofondatore di una startup), un laureato in informatica addormentato che conosce solo Windows no :smiley:

Non voglio sminuire le università (ci sono facoltà e facoltà, e modi molti differenti per affrontarle) o certificati (il Linux LPI secondo me è molto interessante ad esempio), ma solo consigliarti di pesare bene tutto. Chi ti vende un corso non ti offre un lavoro, ti fornisce un servizio in cambio di soldi, è bene tenerlo a mente.
Te ne racconto un’altra: una azienda dietro casa mia aveva così bisogno di programmatori Python che ha fatto un corso gratuito alla fine del quale ha assunto alcune persone.

Alcuni link interessanti:
https://remotebase.io/
http://www.rent-acoder.com/

È terribile pensare che nella nostra società un uomo di 32 anni fa fatica a trovare un inserimento nelle aziende. Anche come stagista.
Concordo con frafra in alcune cose, anche se penso che la nostra società sia basata più sul nepotismo che sulle reali capacità dei singoli
p.

vi ringrazio per i preziosi consigli. per ora stavo pensando di concludere i percorsi già iniziati certificandomi con la seconda parte della ccna cisco e successivamente certificarmi linux lpi (quest’ultima cosa la farei anche per hobbistica da autodidatta).

@frafra: come si chiama la tua associazione culturale? dove ha sede?

ho 34 anni e nessuna certificazione tra quelle costose menzionate nel post, tuttavia lavoro nel settore IT da circa 15 anni.

I corsi vanno bene fino ad un certo punto ma poi fa fede l’esperienza, sinceramente ho dei dubbi sul fatto che basti spendere 6000 euro per alcune seppur utili certificazioni e trovare lavoro dal giorno alla notte.
Le aziende richiedono comunque esperienza, ed è complicato spiegare loro che ti sei svegliato una mattina con questo desiderio e ti sia messo a studiare per poterlo realizzare.
Poi nulla ti vieta di farlo ma dovrai dimostrare delle competenze molto solide in fase di colloquio tecnico perché per sistemista parliamo sempre di Tier 2 come minimo e mi permetto di dirlo, chi fa il colloquio tecnico cerca sempre di metterti tecnicamente in difficoltà per misurare le tue competenze, i candidati spesso sono tanti per una posizione.

Comunque facci sapere come va, perché sarebbe una storia interessante e di ispirazione a tanti :slight_smile:

Non voglio andare troppo fuori tema (beh, siamo nella sezione “Una birra al pub”, giusto?), ma il lavoro si trova se si ha una qualifica specifica in un settore dove c’è domanda (nel campo dell’informatica e dell’elettronica c’è carenza di personale). La differenza con l’estero è più legata allo stipendio, ma vivere lontano non sempre conviene (anche perché spesso bisogna pagarsi un affitto). Di persone che non trovano lavoro in Italia vanno all’estero e lo trovano non ne ho ancora conosciute (persone con un posto tranquillo qui che si spostano all’estero e non trovano lavoro o lo trovano grazie ad un amico italiano dopo tre anni sì invece).

Non ci si aspetti stipendi stellari o di andare a pensione a 35 anni come è successo in passato (ma infondo, era giusto?), ma vivere ci si vive. In alcuni paesi, come la Spagna, la disoccupazione è alta, ma al contempo ci sono una marea di posti di lavoro vacanti perché mancano persone qualificate. Non c’è cosa peggiore di un disoccupato al quale se chiedi “cosa sai fare?” ti risponde “posso fare qualsiasi cosa, basta lavorare”, perché di persone non qualificate o con qualifiche non richieste è pieno.

Paradossalmente ci sono università che danno lavoro, ma sono a numero chiuso, e facoltà dove possono entrare tutti che sfornano una marea di disoccupati e precari. A mio avviso, quando ti iscrivi ad una università dovrebbero comunicarti prima per legge quali sono le prospettive di un laureato in quel ramo di trovare lavoro, dopo quanto tempo e con che stipendio, così qualche giovane ci penserebbe due volte.

@TheOther: mi pare una buona idea (mi sembra che le certificazioni Cisco vengano riconosciute e LPI è ben fatto secondo me e costa poco, ma soprattutto si imparano varie cose utili). La mia associazione si chiama TRAguardi, e il https://viglug.org ne fa parte. Siamo in zona Milano Est - Adda Martesana, ed i corsi vengono organizzati a Vignate. Spero quest’anno di riuscire a registrare le lezioni e a metterle online sotto licenza libera.

Ps: ti consiglio di dare un occhiata a Puppet, Ansible e Chef.

Ultimamente vanno forte e sono tante le aziende che cercano queste competenze, ovviamente da condire con i vari MySql, MariaDb,Linux e Unix, se poi ci metti ITIL e qualche linguaggio tipo Python hai molte chances all’estero (non so il mercato attuale in Italia).

[quote=antowen]Ps: ti consiglio di dare un occhiata a Puppet, Ansible e Chef.
Ultimamente vanno forte e sono tante le aziende che cercano queste competenze…[/quote]
Vero, ma questi sono temi da DevOps più che da sistemista. Anche io mi occupo di queste tecnologie, perché nella mia azienda quest’area è diventata strategica (soprattutto nell’ottica cloud). Per quel che ne so è un settore che in Italia sta crescendo, mentre all’estero è più consolidato. In ogni caso queste due figure sono solitamente distinte, tranne che nelle piccole realtà dove si è un po’ (troppo) tuttofare.

Rinnovo un grazie a tutti gli intervenuti, prenderò nota di tutti i vostri consigli e pareri

[quote=ergosum][quote=antowen]Ps: ti consiglio di dare un occhiata a Puppet, Ansible e Chef.
Ultimamente vanno forte e sono tante le aziende che cercano queste competenze…[/quote]
Vero, ma questi sono temi da DevOps più che da sistemista. Anche io mi occupo di queste tecnologie, perché nella mia azienda quest’area è diventata strategica (soprattutto nell’ottica cloud). Per quel che ne so è un settore che in Italia sta crescendo, mentre all’estero è più consolidato. In ogni caso queste due figure sono solitamente distinte, tranne che nelle piccole realtà dove si è un po’ (troppo) tuttofare.[/quote]

Si corretto, con un occhiata intendevo un minimo di conoscenza sia per il futuro, sia per dimostrare all’azienda che ti intervista che sei comunque aggiornato su quello che va attualmente.

Io quando ho iniziato con DevOps ci ho messo un mese per capire che non ero piu Cloud Specialist :smiley:

Buonasera.
Scusate se mi intrometto da non addetto ai lavori, nel senso che non mi occupo di informatica o affini ma bensì di tutt’altro ben diverso da questo mondo. Ma alla fine ritengo che -il succo- sia uguale.
Ho letto tutte le vostre interessanti osservazioni ma, dall’alto della mia età (sgrunt!) devo dire che non serve solo avere esperienza, una certificazione o il sempre caro vecchio pezzo di carta.
Ora è molto di voga avere meno di x anni altrimenti sei -out-. Tempo fa, girava un interessante articolo su come i grandi ex manager della Silicon Valley stanno facendo sforzi immensi per ringiovane, tra i quali oltre ai comportamenti o alla attività sportiva sfrenata, rientra anche il mentire sull’anno di nascita nel cv. Incredibile, barano anche su quello.

Purtroppo in molte aziende avere esperienza, certificazioni e altro non serve a nulla se hai superato una tot soglia di età; viceversa, quando ti presenti con tutti i tuoi bei fogli e rientri nel range dell’età, il fatto di mancare di esperienza per ovvi motivi ti penalizza nella stesso modo. Sono due facce della stessa medaglia, se hai studiato per molto tempo non puoi, solitamente, aver fatto esperienza diretta; se hai esperienza diretta ma non una certificazione o titolo perché impegnato nel crearti l’esperienza, il risultato non cambia.

Oltre alla terza possibilità. Sentirti dire che hai troppa esperienza nel campo e le tue competenze possono essere d’impiccio anziché una risorsa. (Più di una volta me l’hanno fatto notare. Cosa posso farci se vedo le cose troppo avanti)

Sia chiaro, non voglio dire che i vari suggerimenti siano errati, tutt’altro, solo che anche in questo caso serve il giusto mix tra le cose.

In bocca al lupo…

Ciao max1259,
in realta non e’ cosi e se lo e’ credo sia solo in Italia, ovvero l’eta puo contare fino ad un certo punto anzi all’estero non viene nemmeno considerata, ma ovvio che se hai piu di 35 anni e vorresti fare un lavoro mai fatto arrivi un po in ritardo, nel senso che dovresti imparare da zero quello che altri gia fanno da piu di 10 anni.

Considera che non sei mai l’unico ad applicarti per una posizione, puoi avere tutta l’esperienza che vuoi ma combatti con altri 50 candidati se sei fortunato e devi essere il migliore per farti selezionare tra quelli.
Questo poi e’ un lavoro dove non ne sai mai abbastanza, praticamente stai sempre a studiare la novita per rimanere in gara anche se hai un contratto permanente.

Altra cosa da tenere conto purtroppo e che le aziende almeno all’estero tendono ad assumere gente che gia lavora con controfferte, nel mondo IT se sei disoccupato le possibilita sono molto poche purtroppo, sembra assurdo ma e’ cosi, il ricambio spesso avviene tra persone che gia lavorano e vogliono cambiare posizione, fare nuove esperienze etc.