Ciao a tutti. Purtroppo per vicende varie mi è diventato attuale questo quesito. I termini sono di tempo e di facilità nel recupero. Usando fedora senza LVM il recupero dati di un computer che non si riavviava più per “bruciatura da fulmine” è stata immediata, senza stress, e con un indice di recupero del 100%… Mi domandavo se con LVM sarebbe stata la stessa passeggiata nel recuperare tutto, sia in termini di tempo che di stress. Siccome devo reinstallare una fedora oggi o domani nello stesso studio legale in cui lavoro, mi domandavo quale fosse stata la scelta migliore nel filesystem da usare. Grazie.
P.S. Naturalmente qualcuno di voi mi dirà che il backup è d’uopo sempre, cosa che io condividerei totalmente. Il fatto è che c’è sempre qualche documento (magari di qualche insignificante kb) che per varie ragioni non è stato possibile trasferire su un cloud e magari si tratta di una fascicolo con scadenza o cose simili.
Recuperare dati da una installazione Linux con LVM copiando tutto con dd? Noioso. Noioso perchè devi aspettare che avvenga la copia dei dati, poi le cose cambiano riparando le partizioni con fsck… Certo, devi usare una distribuzione che ti permetta di accedere ai due dischi rigidi, l’originale e la copia, ma basta una RIP Linux e sei a posto. Una cosa: la partizione LVM swap non si sottopone a fsck, ma credo che valga per tutte. Un consiglio: gruppo di continuità. Salva. Salva molto…
Se non hai necessità di sfruttare le funzionalità di LVM, cioè puoi procedere con un partizionamento “old style”, secondo me hai un PC meno complicato da gestire e anche più veloce (e se parliamo di quello che aveva LXDE, la cosa non sembra irrilevante…).
Al momento credo che il solito ext4 sia il file system più duttile e anche più rodato.
Io non ho mai avuto problemi.
E concordo con d68qdq8dq sulla INDISPENSABILITÀ di un gruppo di continuità
Grazie mille. Adesso ho le idee più chiare. Comunque si, si tratta del pc con LXDE