Spotify: alternative al client ufficiale

Scrivo questo post perché, nonostante sia presente sul forum una guida per convertire i binari del client ufficiale che è possibile scaricare dal sito web (ufficialmente supportato solo da debian e derivate essendo pacchettizzato in deb) ho sempre preferito avvalermi della versione flatpak che però mi ha sempre dato un po’ di problemini… sono infatti soventi, almeno per quel che riguarda la mia esperienza, i freeze del client dovuti soprattutto agli ads (messaggi pubblicitari) presenti sul client.

Per ovviare a questo problema, ho deciso di disinstallare il client ufficiale e, attingendo sempre a dei pacchetti flatpak, ho deciso di installare nuvola player insieme ad alcune sue estensione (script) tra cui anche lo script per spotify.

Devo dire che a distanza di un paio di anni, rimane la mia principale scelta, anche se alla fine lo script non è altro che un wrapper del web player di spotify ma l’interfaccia di nuvola player (soprattutto se sottoscrivete un abbonamento) arricchisce con diverse funzionalità, non presenti di default nel client ufficiale, l’esperienza dell’utente finale.
Tra le funzionalità che preferisco, ad esempio, c’è la possibilità di effettuare lo scrobbling su libre.fm e la ricerca automatica dei testi.

Poi ci sono quei client davvero alternativi, che fanno venir voglia di provarli solo per il semplice gusto di “nerdare”… è il caso ad esempio di Spotify TUI che, in combinazione con Spotifyd permette di ascoltare i brani di Spotify direttamente dal proprio terminale (è richiesto però un account premium).

Spotify TUI è di semplice installazione e configurazione, è presente anche il repository atim/spotify-tui su copr che consente di installare spotify-tui senza alcun problema…

Anche la configurazione è abbastanza semplice, basta seguire i passaggi richiesti presenti sulla pagina github del progetto ed in men che non si dica si ha già il programma configurato e pronto a funzionare.
Purtroppo però non è possibile eseguire lo streaming diretto delle canzoni sul terminale ed è per questo motivo che ci si deve avvalere anche di spotifyd, un client non ufficiale molto leggero in grado di restare in esecuzione come demone… questo però è un po’ più ostico da configurare, anche perché la documentazione presente sulla wiki a mio avviso non molto esaustiva.

Comunque devo dire che anche questa alternativa è abbastanza interessante da utilizzare…

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ovviamente si deve essere disposti a sottoscrivere un abbonamento premium su spotify, altrimenti non c’è la possibilità di poter utilizzare spotifyd.

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Magari se qualcuno fosse interessato, sono disponibile anche ad aggiungere tra i commenti i file di configurazione che ho utilizzato per far avviare correttamente spotifyd.

Continuo nei commenti (onde evitare di aprire inutilmente nuovi topic) l’excursus delle alternative al client ufficiale di spotify…

Dopo aver provato per qualche giorno Spotify-TUI in accoppiata con Spotifyd ho deciso di disinstallarli perché non riuscivano a caricarmi correttamente le playlist di Spotify… quasi sempre infatti erano incomplete, se non addirittura mancanti.

Ho deciso quindi di provare un’altra alternativa (sempre da terminale) e nello specifico si tratta di Mopidy e di due delle sue estensioni: Mopidy-MPD e Mopidy-Spotify.

Mopidy in realtà opera come un server e grazie alle sue numerose estensioni può operare sia a livello di backend, in modo da consentire l’accesso a numerosi servizi di streaming (tra cui anche Spotify), sia a livello di frontend tramite diverse estensioni che ne consentono la fruizioni tramite interfacce grafiche.

L’installazione e la configurazione sono abbastanza semplici (per lo meno la wiki è molto più esaustiva)… sui repository ufficiali di Fedora è possibile trovare i binari per istallare Mopidy ed il suo frontend Mopidy-MDP che fornisce un’implementazione completa del server MPD per rendere Mopidy disponibile dai client MPD… nel mio caso (come è possibile vedere dallo screen allegato) ho utilizzato ncmpcpp (impronunciabile, ma vi assicuro che funziona), anche questo installabile dai repository ufficiali di Fedora.

Ovviamente come backend ho installato l’estensione Mopidy-Spotify, che è però disponibile solo sui repository di RPMFusion che dovranno ovviamente essere già stati precedentemente abilitati e che, ovviamente, richiede un account premium su Spotify per poter funzionare.

Si configura tutto abbastanza semplicemente… l’unica difficoltà che ho personalmente riscontrato è stata dovuta al fatto che provando ad abilitare mopidy come servizio di systemd ho avuto problemi a far funzionare l’audio. Ho provato a seguire anche la procedura presente sulla wiki (e qualche altra trovata in rete), ma senza successo.

Avviando mopidy da terminale invece funziona normalmente senza alcun problema… devo solo prendere l’abitudine a controllare ncmpcpp da tastiera, dovrò tenere a portata di mano qualche cheatsheet per un bel po’ mi sa.

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A distanza di alcuni mesi da quando ho pubblicato questo topic, mi dispiace apprendere (con un po’ di ritardo tra l’altro) che purtroppo lo sviluppo di nuvola player è entrato in stato di sola manutenzione.

Stando infatti a quanto annunciato (già qualche mese fa) sull’ultimo articolo del blog ufficiale,
Nuvola Player Project Enters Maintenance Mode, il team di sviluppo ha dichiarato:

Non riuscendo a superare le sfide tecniche in modo tempestivo, il progetto Nuvola Player ha interrotto lo sviluppo attivo. Il progetto entra in una modalità di manutenzione di un anno e fornirà correzioni di bug sulle estensioni con il migliore sforzo fino alla data di fine vita prevista il 31 dicembre 2022 […]

annunciando di fatto, la fine dello sviluppo del progetto già programmata per la fine di quest’anno.

Dispiace tanto perché il progetto era davvero validissimo e praticamente mi forniva da più di due anni una validissima alternativa al client ufficiale di Spotify oltre che ad altri servizi streaming :cry:

Nonstante i client precedentemente citati non siano molto user-friendly (è bene ribadirlo), rappresentano comunque un’alternativa tutto sommato valida ma, come già detto, prevedono esclusivamente l’utilizzo di un piano in abbonamento (premium), risultando quindi inutilizzabili per chi si avvale del servizio free di spotify.

In mancanza di un’alternativa ho dovuto reinstallare il client originale che è disponibile sia tramite flatpak (il metodo che attualmente continuo a preferire) che tramite il pacchetto lpf-spotify-client presente sui repository di RPMFusion.

Questi almeno sono i metodi consigliati sulla pagina Installing Spotify on Fedora della documentazione ufficiale di Fedora, ma siete liberi di utilizzare anche la guida spotify su fedora presente sul forum.

Per fortuna in questi giorni ho scovato (quasi per caso) il progetto Spicetify che è capitato come il cacio sui maccheroni… più che un’alternativa al client ufficiale, sono riuscito ad imbattermi in un metodo alternativo di personalizzare il client.
Spicetify non è altro che un tool a riga di comando che si occupa di personalizzare diversi aspetti del client di Spotify, le principali caratteristiche sono:

  • Cambiare i colori dell’intera interfaccia grafica,
  • Iniettare CSS per una personalizzazione avanzata,
  • Iniettare estensioni (script Javascript) per estendere le funzionalità, manipolare l’interfaccia grafica e controllare il client,
  • Iniettare applicazioni personalizzate,
  • Rimuovere i componenti inutili per migliorare le prestazioni.

Sembra molto interessante e riesce a migliorare il client anche senza l’aggiunta di particolari estensioni o applicazioni personalizzate, anche se alcune mi incuriosiscono molto.

Purtroppo devo dire che con la versione installata tramite il pacchetto lpf-spotify-client ho avuto dei problemi… avviando il client infatti, l’interfaccia grafica non si caricava.
Probabilmente avrò sbagliato o mancato qualche passaggio, ma con la versione installata tramite il pacchetto flatpak le modifiche hanno funzionato senza alcun problema rilevante già dal primo avvio.