Scusate la lunghezza del post.
È vero. Telegram come strumento di supporto è deleterio per almeno due motivi, ma…
Per cominciare, se gli utenti sono troppi (vedi all’estremo https://t.me/fedora con quasi 3000 iscritti) sembra il mercato, dove la gente scrive e gli argomenti si mescolano e non si capisce nulla (magari chi è giovane ci si trova bene, non so). Anche da un punto di vista della moderazione, gestione dello spam e buona condotta, rischia di essere una bestia difficile.
Seconda questione, le persone si affacciano giusto quando hanno un problema, magari qualcuno offre una soluzione, e a differenza di un forum o di una mailing list, non rimane una traccia da nessuna parte, se non nella chat stessa, ma capite quel che voglio dire: se qualcun altro si ritrova con lo stesso problema non è che può fare una ricerca su internet e trovare la discussione che può tornare utile anche a lui.
È più uno strumento individuale.
Però la messaggistica istantanea è sempre esistita.
Bisogna vedere qual è il suo scopo.
Va benissimo per fare due chiacchiere. Per segnalare cosa accade nel project. Per discutere un argomento. Per organizzare qualcosa. Per risolvere problemi sul momento senza troppo impegno. Bisogna appunto vedere a cosa serve.
Molti team del project sono su Telegram, con il bridge su IRC segnalato da @frafra. Ovviamente lo scopo di queste chat è ben definito.
Sicuramente, penso, non avere una presenza della comunità ufficiale italiana su Telegram è un peccato.
Il gruppo esistente, menzionato in un post precedente, sembra scollato dal concetto di comunità. È un gruppo fra i tanti gruppi di utenti Linux, dedicato a chi utilizza Fedora e punto. Tutto il resto, come il contribuire, i principi fondanti del project, il codice di condotta, sembra che non esistano.
Infine, dall’altro lato, creare un gruppo quando un altro gruppo esiste già, rischia di creare incidenti diplomatici, gare, lotte, balcanizzazioni e cose così.