Ciao.
Si può concludere la discussione con un nulla di fatto?
Ecco un po’ di pensieri in libertà, tanto per discutere eh. E non è obbligatorio leggerli 
La ragione principale della mia proposta era un po’ quella di ricompattare gli utenti italiani intorno al project. Con l’intento di invogliare gli italiani (soprattutto i gggiovani) a contribuire, così da ricreare un gruppo italiofono attivo legato al project.
Dall’altro lato ognuno è libero di creare comunità, gruppi, forum e qualunque altra cosa, ci mancherebbe. Vero è che come stanno le cose (leggi dopo), si rischia solo di disperdere energie (non mi ricordo se l’avevo già scritto da qualche parte, mi ripeto, vabbe’).
Un esempio è il sito ufficiale getfedora.org in italiano, è mezzo in inglese. Non fa una bella figura. E la dice lunga sullo stato delle cose (anche a livello di project, eh). Credo che anche su Fedora Online non compaia nuova documentazione da tempo. E anche qui non si dà una bella impressione (certo, alcuni documenti sono ancora validi, mi direte, ma non è questo il punto). Il punto è, ha senso? Mi ripeto, anche io mi sono trovato a gestire cose che sul momento erano ganze e appassionanti, magari si era in gruppo e si aveva un bel riscontro. Poi “la vita accade” e non hai più tempo o voglia, o perdi interesse, il gruppo perde interesse, e si passa ad altro, ma non è bello buttare via il lavoro fatto, e allora si tiene in vita la cosa (a volte senza troppa passione) e senza una prospettiva per il futuro. Si tiene in piedi solo perché c’è.
Poi. È anche vero che nel mondo globalizzato del 2020 ha senso avere comunità legate alla nazionalità (per lo meno nel campo informatico)? Discussione lunga. Sicuramente ha senso avere comunità dove la gente a volte si incontra guardandosi in faccia (nota: personalmente non sono tipo che va a congressi, reunion, flock, ecc. purtroppo), stile LUG; ma anche molti LUG oggigiorno non se la passano bene, e anche questo sarebbe argomento di una lunga discussione. Così come la comunità italiana di Ubuntu, se si va a vedere, anche quella ha perso lo slancio del passato. Certamente il mondo va avanti e le passioni delle persone cambiano. I radioamatori esisteranno ancora, gli appassionati di elettronica pure, ma alle fiere dell’elettronica trovi gli stessi banchi di cineserie che trovi alla fiera del patrono o al mercato rionale. Non sono più le fiere organizzate e animate dagli appassionati. E quindi, oggigiorno in quanti sono così appassionati a una distribuzione Linux specifica da dedicargli tempo? Magari è più appassionante (e redditizio per un futuro lavorativo?) imparare a sviluppare app per il telefono, costruire sistemi di domotica, programmare skill per Alexa.
Altra cosa da notare è l’andamento dei tempi, i gggiovani. I giovani vogliono tutto e subito, cosa nota (son stato gggiovane anche io). Quindi per il supporto funziona meglio un servizio di messaggistica istantanea? Ma davvero io voglio limitarmi a dare supporto al nuovo arrivato che non sa cambiare lo sfondo (o cose più complesse)? No, l’obiettivo di forum come questi, o delle community, o delle chat, è anche quello di creare empatia, affezionarsi al gruppo, invogliare a partecipare per quello che uno può, e uscire dalla condizione di “sono un utente del sistema operativo”. Se sei utente e vuoi rimanere un utente e vuoi solo supporto, allora ci sono efficienti servizi a pagamento. Altrimenti siamo amici (anche solo amici di penna, o meglio, di tastiera, anche se non ci incontreremo mai) e ci si aiuta a vicenda, e questo è lo spirito di un forum.